Accessibilità digitale: cos’è e perché è fondamentale oggi
L'accesso al web: un diritto di tutti
L’accessibilità digitale riguarda la capacità di un sito web, una web app o un’applicazione mobile di essere utilizzata da tutte le persone, indipendentemente da eventuali disabilità sensoriali, motorie o cognitive.
Cosa significa accessibilità digitale?
Secondo il World Wide Web Consortium (W3C), l’accessibilità web garantisce che persone con disabilità possano navigare, interagire e fruire dei contenuti online senza barriere.
Pensa che in Italia, circa 13 milioni di persone (ISTAT, 2023) convivono con disabilità temporanee o permanenti. Questo significa che un sito web non accessibile esclude una fetta significativa della popolazione, con impatti rilevanti su ogni tipo di business.
Perché le aziende devono investire in accessibilità?
- Inclusione e responsabilità sociale: un sito web accessibile migliora l’esperienza di tutti gli utenti;
- Miglior posizionamento sui motori di ricerca: l’accessibilità è parte integrante delle performance SEO e influisce sul posizionamento su motori di ricerca come Google e Bing;
- Compliance legale: le aziende che non rispettano gli standard di accessibilità possono incorrere in sanzioni e contenziosi legali.
Quando un sito web è accessibile?
Requisiti chiave secondo le linee guida AGID e WCAG
Un sito è accessibile quando:
- Segue le Linee Guida AGID (Agenzia per l'Italia Digitale) per la Pubblica Amministrazione e le WCAG 2.1 per i siti privati. L'AGID è l'ente che rilascia la Dichiarazione di Accessibilità Digitale;
- È progettato per essere usabile anche con screen reader, tastiera o comandi vocali;
- Ha un’interfaccia utente intuitiva, con contrasti adeguati e contenuti comprensibili.
Core Web Vitals e impatto sull’usabilità
L’accessibilità digitale è strettamente connessa ai Core Web Vitals, ovvero i parametri di Google che valutano la qualità dell’esperienza utente su un sito web, influenzando il posizionamento nei motori di ricerca. Si dividono in:
- Largest Contentful Paint (LCP) → Misura la velocità di caricamento del contenuto principale della pagina. Un LCP inferiore a 2,5 secondi è considerato ottimale;
- First Input Delay (FID) → Valuta la reattività agli input dell’utente, come clic o tap. Deve essere inferiore a 100 ms. Dal marzo 2024, sarà sostituito dal Interaction to Next Paint (INP), che analizza la fluidità delle interazioni;
- Cumulative Layout Shift (CLS) → Indica la stabilità visiva della pagina, evitando spostamenti improvvisi di elementi. Un valore inferiore a 0,1 è ideale.
Un sito più veloce, leggibile e accessibile ottiene migliori posizionamenti nei motori di ricerca.
Quali sono le normative sull’accessibilità digitale?
Le aziende devono adeguarsi a normative sempre più stringenti:
- Legge Stanca (2004) → Obbliga la PA e i fornitori di servizi digitali a rispettare criteri di accessibilità;
- European Accessibility Act (2025) → Estende gli obblighi anche alle aziende private.
L’inosservanza di queste normative può comportare multe per le aziende inadempienti: vediamo quindi nel dettaglio cosa prevede ciascuna di queste normative.
Legge Stanca e il suo impatto sui siti web
La Legge Stanca (L. 4/2004) è la normativa italiana che impone a tutti i siti web della Pubblica Amministrazione e ai fornitori di servizi digitali di rispettare criteri di accessibilità per garantire l’inclusione di utenti con disabilità.
Basata sulle WCAG (Web Content Accessibility Guidelines, linee guida internazionali per rendere i contenuti web accessibili a tutti, inclusi utenti con disabilità), la legge è stata aggiornata nel tempo per adeguarsi agli standard europei e oggi richiede dichiarazioni di accessibilità e verifiche periodiche.
Non rispettarla comporta sanzioni e obblighi di adeguamento.
European Accessibility Act: cosa cambia per le aziende?
L'European Accessibility Act (EAA), in vigore dal 2025, impone nuovi obblighi per garantire che prodotti e servizi digitali siano accessibili a tutte le persone, comprese quelle con disabilità.
L’obiettivo è eliminare le barriere digitali, uniformando le regole in tutta l’Unione Europea.
Soggetti coinvolti: chi è obbligato a rispettare la legge?
L’EAA si applica a tutte le aziende private che operano nel mercato europeo e forniscono prodotti o servizi digitali destinati al pubblico. In particolare, coinvolge:
Oggi
- Aziende con fatturato maggiore di 500 milioni;
- Aziende municipalizzate o che ricevono finanziamenti pubblici;
- Aziende che erogano servizi di pubblica utilità (es. settore sanitario, trasporti, education, telecomunicazioni)
Dal 28 Giugno 2025
- Tutte le aziende con fatturato superiore ai 2 milioni e più di 10 dipendenti e che operano in settori come: servizi telefonici, servizi bancari, eCommerce ed altri settori.
Le microimprese (meno di 10 dipendenti e meno di 2 milioni di euro di fatturato) possono essere esentate solo se l'adeguamento comporta un onere sproporzionato, da dimostrare con valutazioni economiche.
Su quali prodotti e servizi si applica?
L’EAA stabilisce standard di accessibilità per una vasta gamma di prodotti e servizi digitali, tra cui:
- Hardware e sistemi operativi generici rivolti al pubblico;
- Terminali self service, compresi quelli di pagamento;
- Lettori di libri elettronici (e-reader) e prodotti media-audiovisivi;
- Servizi di comunicazione elettronica Media-audiovisivi;
- Servizi di trasporto passeggeri per aereo, nave e treni;
- Servizi bancari rivolti direttamente ai consumatori;
- eCommerce
Per ciascuno di questi, l’accessibilità riguarda interfaccia utente, contenuti digitali, compatibilità con tecnologie assistive (screen reader, tastiere alternative), navigabilità e comprensibilità delle informazioni.
Quali sono i rischi e le sanzioni per le aziende?
Le aziende che non rispettano l’EAA rischiano sanzioni economiche e restrizioni commerciali. I principali rischi includono:
- Blocco della vendita di prodotti non accessibili: un’azienda che non rispetta gli standard potrebbe subire l'oscuramento del servizio o vedersi vietare l’ingresso nel mercato europeo;
- Sanzioni amministrative pecuniarie per le PMI: dai 2.500 € ai 40.000 €
- Sanzioni amministrative pecuniarie per le grandi aziende: fino al 5% del fatturato
- Danni reputazionali e perdita competitività: essere segnalati come non conformi può influire negativamente sulla fiducia dei clienti e sulla brand reputation;
- Rischio di cause legali: associazioni di tutela dei diritti possono avviare azioni legali contro le aziende inadempienti. Possono nascere controlli AgID e azioni legali intraprese da utenti discriminati, ai sensi della L. 67/2006.
Cosa devono fare le aziende per adeguarsi?
Per evitare sanzioni e restare competitive nel mercato digitale, le aziende devono:
- Eseguire un audit di accessibilità su prodotti e servizi digitali;
- Adeguare interfacce utente e contenuti digitali alle linee guida WCAG;
- Testare i propri sistemi con tecnologie assistive (screen reader, comandi vocali, navigazione da tastiera);
- Monitorare costantemente l’accessibilità per garantire la conformità nel tempo.
L’accessibilità digitale non è solo un obbligo di legge, ma un’opportunità per raggiungere più utenti, migliorare l’esperienza cliente e ottenere un vantaggio competitivo.
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